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      Per questo regno, a tutto 'l regno piace,
      Com'allo Re che 'n suo voler ne 'nvoglia.
      In la sua volontade è nostra pace,
      Ella è quel mare, al qual tutto si muoveCiò ch'ella cria, o che natura face.
      Chiaro mi fu allor com'ogni doveIn cielo è paradiso, e sì la grazia
      Del Sommo ben d'un modo non vi piove.
      Ma sì com'egli avvien, s'un cibo sazia,
      E d'un altro rimane ancor la gola,
      Che quel si chiere, e di quel si ringrazia;
      Così fec'io con atto e con parola,
      Per apprender da lei qual fu la tela,
      Onde non trasse insino al cò la spola.
      Perfetta vita ed alto merto incielaDonna più su,204 mi disse, alla cui norma
      Nel vostro mondo giù si veste e vela;
      Perchè 'n fino al morir si vegghi e dormaCon quello Sposo ch'ogni voto accetta,
      Che caritate a suo piacer conforma.
      Dal mondo, per seguirla, giovinettaFuggimmi, e nel su' abito mi chiusi,
      E promisi la via della sua setta.
      Uomini poi a mal più che a ben usi,
      Fuor mi rapiron della dolce chiostra:
      Dio lo si sa qual poi mia vita fusi!
      Par. III. 34-108.
      E basti a noi questo tanto; pur avvertendo chi voglia vedere quanto tocca a Piccarda, che sarebbero a leggere ere intieri i Canti III e IV e parte del V del Paradiso. È poi tenuto il verso 106 dagli interpreti, come un'allusione al motto o soprannome della famiglia turbolenta de' Donati; che era la parola Malefammi, Malefami o Malefarai.205 Della sacrilega violenza fatta alla sorella ricevette poi messer Corso «danno, vergogna ed onta, a satisfare l'ingiunta penitenza, che sì eccellente quasi Barone stette in camicia.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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