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      E già da quanto precede, e principalmente dalla violenza usata alla vergine sorella, puossi immaginare qual uomo fosse il capo di tutta questa famiglia, messer Corso Donnati. Egli e quelli della sua casa, dice il Villani, erano gentili huomini et guerrieri, di non soperchia ricchezza.»207 Ed altrove: «Questo messer Corso fu il più savio, il più valente cavaliere e 'l più bello parlatore, il meglio pratico et di maggiore rinomanza, di grande ardire et imprese, ch'al suo tempo fosse in Italia. Fu bello della persona et di gratioso aspetto, ma molto fu mondano; et in suo tempo fece fare in Firenze molte commutazioni et scandali, per havere stato et signoria.»208 Anche più al vivo, poi, è dipinto da Dino Compagni al tempo della sua potenza soverchiatrice. «Uno cavaliere della somiglianza di Catellina Romano, ma più crudele di lui; gentile di sangue, bello di corpo, piacevole parlatore, adorno di belli costumi, sottile d'ingegno, con l'animo sempre intento a mal fare... Costui fu messer Corso Donati, che per sua superbia fu chiamato il Barone; chè quando passava per la terra, molti gridavano viva il Barone, e parea la sua terra. La vanagloria il guidava; molti servigi facea.»209 E altrove: «Fu di corpo bellissimo fino alla sua vecchiezza, di bella forma con dilicate fattezze, di pelo bianco..., pratico e dimestico di gran signori, e di nobili huomini e di grande amistà, e famoso per tutta Italia. Nimico fu de' popoli e de' popolani, amato da' masnadieri, pieno di maliziosi pensieri, reo e astuto.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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