Pagina (125/525)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Imperciocchè, anche lasciata, come vedremo, la parte de' Grandi, non mai potè Dante dismetterne la superbia.
      Principale, poi, nel dibattersi de' Grandi contro il popolo dovette esser messer Corso, che non vedesi nomato da principio, ma che con una delle sue solite soverchierie fu poi causa od occasione di una nuova rivoluzione, la cacciata dal capopolo Giano della Bella. Nel gennaio 1295219 «avvenne che messer Corso Donati, potente cavaliere, mandò alcuni fanti per fedire messer Simone Galafrone suo consorto, e nella zuffa uno vi fu morto e alcuni fediti. L'accusa si fe da amendue le parti, e però si convenia procedere secondo gli ordini della giustizia in ricevere le pruove e in punire. Il processo venne innanzi al Podestà, chiamato messer Gian di Lucino Lombardo, nobile cavaliere e di gran senno e bontà. E ricevendo il processo un suo giudice, e udendo i testimoni prodotti da amendue le parti, intese erano contro a messer Corso, fece scrivere al notaio per lo contrario; per modo che messer Corso dovea essere assoluto, e messer Simone condannato. Onde il Podestà essendo ingannato, sciolse messer Corso, e condannò messer Simone. I cittadini che intesono il fatto, stimarono l'avesse fatto per pecunia, e che fosse nimico del popolo; e spezialmente gli adversari di messer Corso gridarono a una voce: Muoia il podestà; al fuoco, al fuoco. I primi cominciatori del furore furono Taldo della Bella e Baldo dal Borgo, più per malivolenzia aveano a messer Corso, che per pietà dell'offesa giustizia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





Grandi Dante Grandi Corso Giano Bella Corso Donati Simone Galafrone Podestà Gian Lucino Lombardo Corso Corso Simone Podestà Corso Simone Corso Muoia Taldo Bella Baldo Borgo Corso