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      Io crederei l'uno e l'altro. Ancora si può dubitare se allora o più tardi, in Roma o altrove, ei concepisse questa terza e definitiva idea del Poema; ma ei non la potè concepir prima, e il potè fin d'allora. E ad ogni modo, quest'anno, questo mese d'aprile 1300, restarono certo nell'animo di lui quasi epoca principale e media tra 'l salire e scender di sua vita; quella a cui riferì poi quinci e quindi l'altre anteriori e posteriori.
      E già è questa ragione potentissima di credere, con molti de' biografi, che Dante assistesse al Giubileo. S'aggiunge poi, a prova speciale, che non sembra possibile venisse mai in mente al Poeta quel paragone così particolare del ponte Sant'Angelo allor diviso, se ei non l'avesse con gli occhi propri veduto. E s'aggiugne, che un'altra memoria del giubileo pur si trova nel Purgatorio; cioè che v'andò l'amico di lui, il maestro di musica Casella, morto al ritorno, e così allora allora approdato al Purgatorio. Il quale egli stesso ne dice:
      Veramente, da tre mesi egli ha toltoChi ha voluto entrar, con tutta pace
      Ond'io, ch'er'ora alla marina volto,
      Dove l'acqua di Tevere s'insala,
      Benignamente fu' da Lui ricolto.
      Purg. II. 95-102.
      Se, poi, andò Dante al Giubileo, certo ci dovett'essere ne' primi sei mesi dell'anno anteriori al suo priorato. E quantunque molto incerte restino le congetture aggiunte a congetture, tuttavia non mi tratterrò di dire un mio dubbio: che delle due ambascerie mandate in questo principio del 1300 dai Capitani di parte Guelfa a papa Bonifazio, una potè essere esercitata da Dante.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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