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      Ma i Signori niuno lasciarono parlare. Ma tanti furono, che gli imbasciadori e s'avidono, che la Parte che volea messer Carlo era maggiore e pił baldanzosa, che quella che non lo volea; e al loro Signore scrissono, che aveano inteso che la parte de' Donati era assai innalzata, e la parte de' Cerchi era assai abbassata.
      «I Signori dissono agli imbasciadori, risponderebbono al loro Signore per ambasciata. E intanto, preson loro consiglio, perchč essendo la novitą grande, niente voleano fare sanza il consentimento de' loro cittadini.
      «Richiesono, adunque, il Consiglio Generale della parte guelfa, e delli settantadue mestieri d'Arti, i quali aveano tutti Consoli, e imposono loro: che ciascuno consigliasse per scrittura, se alla sua Arte piacea, se messer Carlo di Valois fosse lasciato venire in Firenze come paciaro. Tutti risposono a voce e per scrittura, fusse lasciato venire, e onorato fosse come Signore di nobile sangue; salvo i Fornai, che dissono, che nč ricevuto nč onorato fosse, perchč venia per distruggere la Cittą.
      «Mandaronsi gli ambasciatori, e furon gran cittadini di popolo, dicendogli, che potea liberamente venire, e commettendo loro, che da lui ricevessono lettere bollate, che non acquisterebbe contro a noi ninna giurisdizione, nč occuperebbe niuno honore della cittą, nč per titolo d'imperio295 nč per altra cagione, nč le leggi della cittą muterebbe nč l'uso. Il dicitore fu messer Donato d'Alberto Ristori, con pił altri giudici in compagnia. Fu pregato il cancelliere suo, che pregasse il signore suo, che non venisse il dģ d'Ognissanti, perņ che il popolo minuto in tal dģ facea festa con i vini nuovi, e assai scandali potrebbono incorrere, i quali, con la malizia de' rei cittadini, potrebbono turbare la Cittą. Il perchč deliberņ venire la domenica seguente, stimando che per bene si facesse lo indugio.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
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