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      Di sè medesimo or qua or là incerto, andava vagando per Toscana. Era alcuna particella delle sue possessioni dalla donna, col titolo della sua dote, dalla cittadina rabbia difesa; e non senza fatica ottenutala, de' frutti di essa sè e li piccoli figliuoli di lui assai sottilmente reggeva: per la qual cosa, povero, con industria disusata, gli conveniva il sostentamento di sè medesimo procacciare.»327 Certo, questo non è un operar da Xantippe; nè della separazione o della rovina loro e di lor famiglia sono da accusare essa o Dante, ma gli oppressori.
      Tutti questi eventi della rivoluzione fatta per Carlo di Valois e del proprio esilio, son rammentati da Dante in parecchi luoghi della Divina Commedia; ma in due principalmente. Il primo è quello della predizione di Ciacco nel Canto VI dell'Inferno, che dividendo più chiaramente le due epoche delle Parti fiorentine, noi riferimmo mezzo al principio del Capo X, e mezzo al principio di questo. Il secondo dei luoghi detti è al fine di quella terribile imprecazione che incomincia:
      Ahi serva Italia di dolore ostello;
      la quale toccando principalmente alle relazioni dell'Italia coll'Imperio, sarà da noi riferita più giù. Ma ei termina quell'imprecazione generale con quella terzina:
      Chè le terre d'Italia tutte pieneSon di tiranni, ed un Marcel diventa
      Ogni villan che parteggiando viene;
      ov'io non saprei se paja ad altri, ma l'ultimo verso in bocca di Dante parmi un vituperio a' Cerchi venuti di villa, a messer Vieri l'asino di porta, ed alla parte Selvaggia.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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