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      E non dubbia vendetta contro gli Adimari è la menzione di essi fra le famiglie fiorentine al Canto XVI del Paradiso. Non dubbia almeno, se diam fede a' commentatori; i quali ci narrano, venuta tal famiglia di Mugello e non grande ancora in Firenze, quando Bellincion Berti, gran cittadino antico, rammentato più volte in quel Canto, avendo data una figliuola ad Ubertino Donati, diedene un'altra poi ad uno degli Adimari: di che molto sdegnossi, quasi di vil cognazione, il Donati. Ancora aggiungono ivi i commentatori, che un Boccacio Adimari fu quegli che, esiliato Dante, occupò i beni di lui.336 E Dante, maritato con una dei Donati, e quantunque grande anch'egli, e superbo, e nemico loro, pur insuperbito di tal parentela ancor più grande, soddisfa insieme ed a quell'orgoglio ed al rancore della offesa, così ritraendo e sfregiando quella famiglia:
      L'oltracotata schiatta che s'indracaDietro a chi fugge, ed a chi mostra 'l dente
      Ovver la borsa com'agnel si placaGià venia su, ma di picciola gente;
      Sì che non piacque ad Ubertin Donato
      Che 'l suocero il facesse lor parente.
      Parad. XVI. 115-120.
      Dove non solo una qualunque mortal'offesa, ma questa speciale e vilissima dell'aver perseguitato il fuoruscito, sembra chiaramente accennata.
      Ma venendo a meno gravi ire, abbiamo pur dal Sacchetti due esempi di quella che destavasi in Dante quando udiva sciupare i proprii versi cantati; che vuol dire i Sonetti o le Canzoni, non, come inteser male taluni, il Poema; il quale nè era allora probabilmente conosciuto, nè in italiano, e ad ogni modo non era fatto per cantarsi.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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