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      Ad ogni modo, egli rammenta questo fatto evidentemente per iscusarsene, non venendo del resto troppo a seconda, in un luogo dell'Inferno, dove ei paragona a que' buchi del Batistero quelli dove trova capovolti i Simoniaci:
      Non mi parien meno ampi nè maggioriChe quei che son nel mio bel San Giovanni
      Fatti per luogo de' battezzatori.
      L'uno de' quali, ancor non è molt'anni,
      Rupp'io per un che dentro v'annegava;
      E questo sia suggel ch'ogni uomo sganni.
      Inf. XIX. 16-21.
      Finalmente abbiamo dal Boccaccio un altro fatto avvenuto in Siena, e così probabilmente o ne' primi viaggi di Dante in questi anni, o subito dopo l'esilio, quando, come vedremo, incominciò le sue peregrinazioni per quella città. Ci è dato quel fatto come prova della preoccupazione di Dante negli studii in generale, e massime quando gli capitava fra le mani un libro che gli andasse a genio. Avranno molti anche a' nostri dì sperimentato il piacere d'aversi un libro lungamente cercato; ma tal piacere doveva essere allora accresciuto dalla rarità e difficoltà. «Niuno altro fu più vigilante di lui, e nelli studi e in qualunque altra sollecitudine il pugnesse; intantochè più volte, e la sua famiglia e la sua donna se ne dolsero prima che, a' suoi costumi usati, ciò non mettessino in non calere....340 Dilettossi d'essere solitario, e rimoto dalle genti, acciocchè le sue contemplazioni non gli fussero interrotte; e se pure alcuna che molto piaciuta gli fusse ne gli veniva, essendo esso tra la gente, quantunque di alcuna cosa stato fusse addomandato, giammai insino a tanto che fermata o dannata la sua immaginazione avesse, non avrebbe risposto al dimandante: il che molte volte, essendo egli alla mensa, ed essendo in cammino con compagni, o in altre parti, essendo addimandato, gli avvenne.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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