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      * Per lo che alla prima meraviglia non indebitamente la seconda s'aggiunse a' domandanti.»341 Nè faccia specie quest'astrazione e quest'amor di solitudine per istudiare, quasi cose contrarie a quel compagnevole conversar di Dante negli anni suoi più lieti, ricordatoci da Leonardo Aretino: chè, oltre al mutarsi ogni uomo con gli anni e le sventure, son naturali, od anzi più apparenti che vere, queste contraddizioni nelle nature appassionate e pronte; e tutta la vita e tutte le opere di Dante ce lo mostrano a vicenda, quanto attivo fra gli uomini e nemico de' camuffati, tanto amico de' pensieri e delle ispirazioni della solitudine.
      Or rispetto a questi ultimi studii di Dante in patria, quantunque ci sia ricordato in generale ch'ei sempre v'attese, non ne restano frutti che sien certi. Già dicemmo che fece tentativi latini del Poema; e vedremo che furono probabilmente sette canti, ch'ei mutò poscia in miglior modo. Del Convito, che alcuni danno in parte a quest'anni, vedremo pure, che fu certo terminato, e, a parer mio, fatto tutto o quasi tutto nell'esilio. Ondechè, di questi nove in dieci anni dopo la morte di Beatrice, il matrimonio, e la composizione della Vita Nova, restano solamente alcune Canzoni e Sonetti, che si possono veder nelle rime da lui raccolte ultimamente e commentate molto meglio che non sieno state mai.342* E sono poche in tutto, alcune incerte se di lui, altre incerte di tempo. Di esse fu detto già, esser un vespajo di difficoltà ad accettarle ed ordinarle; e ch'io non mi vi metta, e non vi tragga meco i leggitori, credo che questi non mi sapran male.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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