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      Nelle quali tutte è questa parte penosa de' biasimi; ed è gran ventura quando non supera la piacevole delle lodi. Delle vite poi in particolare, per iscriverne senza biasimi, ei si vorrebbe poter iscrivere quelle degli Angeli; o almeno di alcuna di quelle creature che vissero quaggiù come Angeli, pure, umili, in sè raccolte, e per lo più ignote, e brevemente. Tal forse fu la vita di Beatrice; non fu nè poteva essere quella di Dante, e tanto meno dopo lei perduta.
      Del resto, un'altra difficoltà incontreranno i leggitori in questa seconda parte; la incertezza de' viaggi di Dante. Le antiche età non erano vaghe di particolari biografici, come è la nostra. Il Villani e il Boccaccio, soli fra' contemporanei, dissero poche parole di que' viaggi; un secolo dopo Leonardo Aretino, e, per quanto io sappia, il Filelfo non v'aggiunsero guari; e non fu se non alla nostra età, che il Pelli ne raccolse le memorie, e che l'Autor del Veltro le ordinò ed estese. Seguendo i quali, o scartandocene secondo i nuovi studii fattine, molto pure rimarrà non dichiarato. Ma anche questo delle dubbiezze, è un inconveniente di tutte le storie scritte con sincerità; e si confortino, poi, i leggitori al pensiero, che nella vita come nel Poema di Dante, le cose più belle sono sempre le meno oscure.
      Se Dante partisse di Roma dopo avuta la prima condanna di multa e sbandita del 27 gennajo, o solamente dopo la conferma con aggiunta di morte e fuoco del 10 marzo 1302, non è chiaro.355 Ad ogni modo, ei venne a Siena, e poco dopo ad Arezzo;356 chè a Siena ed Arezzo venivano raccogliendosi gli usciti di Firenze.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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