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      Qual si partì Ippolito da Atene
      Per la spietata e perfida noverca,
      Tal di Fiorenza partir ti conviene.
      Questo si vuole e questo già si cerca;
      E tosto verrà fatto a chi ciò pensa380
      Là dove Cristo tutto dì si merca.
      La colpa seguirà la parte offensaIn grido, come suol; ma la vendetta
      Fia testimonio al ver che la dispensa.381
      Tu lascerai ogni cosa dilettaPiù caramente; e questo è quello strale
      Che l'arco dell'esilio pria saetta.
      Tu proverai siccome sa di saleLo pane altrui, e come è duro calle
      Lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
      E quel che più ti graverà le spalleSarà la compagnia malvagia e scempia
      Con la qual tu cadrai in questa valle,
      Che tutta ingrata, tutta matta ed empia382
      Si farà contra te; ma poco appressoElla, non tu, n'avrà rotta la tempia.
      Di sua bestialitade il suo processoFarà la prova, sì ch'a te fia bello
      L'averti fatto parte per te stesso.
      Lo primo tuo refugio e 'l primo ostelloSarà la cortesia del Gran Lombardo
      Che in sulla Scala porta il santo uccello;*
      Che in te avrà sì benigno riguardo,
      Che del fare e del chieder tra voi dueFia prima quel che tra gli altri è più tardo.
      Con lui vedrai colui383 a che impresso fue,
      Nascendo sì di questa stella forte,
      Che notabili fien l'opere sue.
      Non se ne sono ancor le genti accortePer la novella età, che pur nove anni
      Son queste ruote intorno di lui torte.
      Ma pria ec.
      Parad. XVII. 46-82.
      La gratitudine mostrata qui da Dante a Bartolomeo, e i nomi di rifugio e d'ostello dati alla sua dimora in Verona, mi sembrano poi indubitatamente accennare, che tal dimora ei la vi fece, non solo da ambasciadore, ma ancor da esule, rifugiato ed ospite; e quindi, che dopo la breve campagna e la dispersione de' Bianchi in Mugello, Dante rimase in Verona.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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