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      Anche allora Bonifazio volle moderare i vincitori colla seconda missione del cardinal d'Acquasparla. Ma non vi essendo riuscito nè il cardinale nè il Papa, e continuando per qualche tempo ad essere amico del Valois e di Filippo, perciò, più o meno giustamente, Dante attribuiva a lui il proprio esilio, ed accendevasi d'ira contro a lui.
      Nella grand'opera di asserire la libertà della potenza ecclesiastica, si mostrò Bonifazio imitatore del gran Gregorio VII. Ma, uomo troppo minore di quello, e in tempi diversi, quando le usurpazioni contro quella potenza erano meno gravi, e così la resistenza men popolare, fu anche in ciò infelice. Era stato unito sempre papa Bonifazio con Filippo il Bello; ma in fine successe tal evento, che più d'ogni altro forse contraddice a quel detto attributo in una storia recente a Paolo III: non mai essere stati felici i papi se non quando uniti con Francia.394 Benchè, non un solo ma tutti gli eventi quinci innanzi della storia presente, od anzi tutti quelli della storia d'Italia per li due secoli XIV e XV, contraddicono a quel detto; come altri di altri secoli contraddirebbero ad ogni altro detto simile, che si allegasse a pro di altri stranieri: e il fatto sta, che se non la felicità (la quale è poco accidente d'ogni vita), certo la grandezza dei papi non venne nè potè venir d'altro mai che dalla loro indipendenza d'ogni soverchia amicizia straniera, nè tale indipendenza da altro mai che dalla unione loro colla Nazione ov'hanno la loro potenza temporale.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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