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      » Diceano: non era segno di pace.409 Finalmente, il cardinale tanto gli umiliò con dolci parole, che lo lasciarono chiamar sindaci, cioè deputati de' fuorusciti, a trattar pace con quelli d'addentro. Due per parte ne nomina Dino; il Villani dice che furon dodici per parte, ma non li nomina.410
      E fra questi non nominati, congetturò un biografo che pur fosse Dante. Ma prima, non ce n'è memoria; poi, se fosse vero tal suo ripatriare, quantunque temporario, certo ne sarebbe qualche cenno nella Commedia, che dà tutte le fasi principali dell'esilio. Bensì lo troviamo in un documento autentico, uno dei dodici consiglieri adunati un mese dopo in Val d'Ambra, nel castello di Gargonza, per dirigere i trattati e gli apparecchi di guerra della Parte; e si può congetturare, che anche poco innanzi que' medesimi consiglieri pur dirigessero i negoziati con Firenze.411 Ad ogni modo, vedesi così tornato Dante dal suo primo rifugio di Verona, e tornatone non solo in buon accordo con sua Parte, ma uno de' capi di essa: ond'è chiaro che, qualunque fossero i suoi interni disprezzi, ei non s'era per anco diviso da essa. Bastante e troppa mutazione di parte fece Dante una volta: non gliene aggiugniamo due altre, facendolo, senza necessità nè documento, dividersi e tornare a' suoi.
      A quel 1° di maggio, che fu più volte fatale a Dante, e così osservabile in Firenze, che dal festeggiarlo più o meno si giudicava della tranquillità e felicità de' cittadini, narra qui il Villani, che, come al buon tempo passato del tranquillo e buono stato di Firenze. si fecero questa volta le solite brigate e feste «a gara l'una contrada dell'altra, ciascuno che meglio sapea e potea.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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