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      Capitano era Alessandro da Romena, ma principale tra i fuorusciti quel Baschiera della Tosa, il quale era stato poc'anzi de' commissarii in Firenze, e probabilmente vi aveva amici che il pressavano, ed era giovane uomo ed ardito. Adunque, nel giorno 21 o 22 luglio,422 senza aspettare nè quegli ajuti nè l'ora fermata con altri congiurati all'intorno, Baschiera «chinò giù co' cavalieri alla terra..... Vennono da San Gallo, e si schierarono presso a San Marco, con le insegne Bianche spiegate, e con ghirlande d'ulivo e con le spade ignude, gridando pace, senza far violenza o ruberia a alcuno. Molto fu bello a vederli con segni di pace stando schierati. Il caldo era grande, sì che parea che l'aria ardesse.»423 Non aveano acqua, il fiume era discosto; le vie del borgo ove era allora San Marco, sbarrate co' serragli dai cittadini, tornati dalla prima sorpresa. Avanzaronsi tuttavia fino alla porta, e combattendo entrarono per essa alcuni de' Bianchi fuorusciti; ma quelli di dentro, non che unirsi con essi, fecer loro contro, per non esser sospetti poi. Ed appiccatosi un fuoco presso alla porta, gli entrati temettero essere rinchiusi; e fuggendo alla spicciolata, si raccolsero al grosso loro a San Marco, e via via attaccarono il mal della fuga alla loro riserva alla Lastra, e fuggirono quinci poi tutti qua e là. Baschiera si portò via due nipoti sue molto ricche dal monistero di San Domenico. I fuggiaschi sbandati, non inseguiti da' cittadini, ma presi da' villani, eran impiccati per le vie.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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