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      Il veder questo fra poco dar una prova chiarissima di tal'amicizia, ci dimostra che dovettero rivedersi intanto e dimorar famigliarmente insieme qualche altra volta dopo quella prima d'Arezzo; e, del resto, ci è accennato dal Boccaccio. Ma non v' ha documento da fissarne l'epoca precisa.432
     
     
      CAPO QUARTO.
      BOLOGNA, PADOVA; RIPRESA DE' LAVORI. IL CONVITO.
      (1304-1306).
     
      La lena m'era del polmon sì muntaQuando fui su, ch'io non potea più oltre,
      Anzi m'assisi nella prima giunta.
      Omai convien che tu così ti spoltre,
      Disse il Maestro, chè seggendo in piuma,
      In fama non si vien, nè sotto coltre;
      Senza la qual chi sua vita consuma,
      Cotal vestigio in terra di sè lascia,
      Qual fiamma in aere od in acqua la schiuma.
      Inf. XXIV.
     
      Ad ogni modo, a Bologna ed a studio non par dubbio che andasse Dante, più o meno, dopo la metà del 1304. Quando vi dimorasse, di nuovo è incerto; probabilmente, non oltre il 1 marzo 1306, in che i Bolognesi riaccostandosi ai Neri di Firenze, cacciarono i fuorusciti Bianchi, e ne furono interdetti e privi dello Studio da un legato pontificio; il quale, come altri da noi veduti, volle far da paciere, e non riuscendo, scomunicava.433 Antico costume era, poi, che gli studenti, per qualunque occasione cacciati dallo Studio di Bologna, rifuggissero a quello di Padova.
      Ed in Padova troviamo pochi mesi dopo Dante aver preso dimora e casa. Risulta da un atto privato, fatto addì 27 agosto di quell'anno 1306, da una Donna Amata Papafava, nel quale serve di testimonio «Dantino quondam Aligerii de Florentia, et nunc stat Padue in contrata sancti Laurentii.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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