Pagina (276/525)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E tal fu senza dubbio il Trattato che Dante prese a scrivere in lingua latina, migliore, se non m'inganno, che al solito suo, e in quattro libri (di che non compiè nemmeno due), sull'idioma volgare.
      Che egli l'imprendesse l'anno 1304 appunto, e che prima del gennaio 1305 fosse giunto al Capo XII del Libro I, è chiaro dal trovarsi in questo fatta menzione, come di vivente, di Guglielmo marchese di Monferrato,* il quale morì in quel mese.456 Nè io veggo ragione onde supporre che il restante fosse scritto molto più tardi.457 E che fosse scritto in Bologna, pare molto probabile dalle lodi e dal gran parlare ch'ei fa di quella città e del dialetto di essa;458 essendo canone di critica dantesca, molto conforme alla natura di lui, che dalle impressioni accennate in ogni scritto si possono dedurre, quando non s'oppongono memorie più certe, il luogo e il tempo in che egli scrisse via via.
      Il titolo De vulgari eloquio, sire idiomate, che dagli antichi trovasi tradotto Della volgare eloquenza, parmi s'abbia a tradurre ed intender meglio Dell'idioma volgare, cioè della lingua italiana.459 Era assunto nuovissimo allora; fu trattato sovente poi, ma in modo di gran lunga inferiore. Imperciocchè, incominciando dalle origini d'ogni parlare umano e dalla divisione delle lingue, e queste due altissime quistioni di filosofia e di linguistica trattando se non adeguatamente, almeno non falsamente;460 e venendo ai dialetti dell'Europa romano-barbara, e questi dividendo in tre, come già accennammo, secondo le tre affermazioni dell'oc, dell'oil e del sì;461 quando poi viene a trattare del volgare italiano del sì,462 ei non ne tratta come tanti erroneamente, nè quasi d'una sola lingua nata comune a tutti, nè quasi d'un sol dialetto diventato pur comune; ma distingue e numera quattordici dialetti allor parlati nella Penisola;463 esamina ed apprezza i meriti e demeriti di ciascuno, e ne trae poi la conseguenza: che di tutti dee conformarsi quella lingua comune ch'ei chiama illustre, cardinale, aulica e curiale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





Trattato Dante Capo XII Libro I Guglielmo Monferrato Bologna Europa Penisola Imperciocchè