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      Due Parti erano ne' cardinali: a capo dell'una, un Orsini, e Francesco Gaetani nipote di Bonifazio VIII, che stavano per la memoria di questo e volevano un papa italiano: dall'altra, quel cardinal Niccolò da Prato che vedemmo far il paciero in Toscana, e il cardinal Napoleone Orsini, che vedremo in breve far il medesimo e senza più frutto, ambi partigiani francesi. Convennero in fine: che i primi proponessero tre vescovi francesi, e gli ultimi scegliessero fra i tre. La proposta fu naturalmente di tre Francesi creature di Bonifazio, e nemici fin allora di Filippo. Ma avutala questi per tempo dai cardinali partigiani suoi, fece chiamare uno dei tre proposti, Bertrando d'Agoust arcivescovo di Bordella; e mostratogli che potea farlo papa, il fe giurare, quando il fosse, di concedergli sei cose: assolverlo del misfatto contro Bonifazio; condannare la memoria di questo; rimettere nel sacro Collegio due Colonnesi cacciatine; far altri cardinali da lui proposti; concedergli le decime del clero di Francia per cinque anni; e (peggio che tutto ciò) dicesi, una sesta cosa da palesarsi a suo tempo. Bertrando giurò tutto, e fu papa Clemente V; e non toccò mai RomaItalia, a lui dispiacevoli non solo per le Parti, ma perchè oramai ogni Parte era contro lui, ed egli non si potea fidar guari che di Francia. E, quindi, non solo ei rimase colà, ma creando poi Cardinali francesi, essendo da questi eletti successori francesi, settant'anni dimorarono là poscia i papi. Qual diminuzione d'autorità e di potenza ne soffrisse quindi il papato, e come principato italiano e come sommo pontificato, fu avvertito da molti, ma non forse abbastanza da nessuno moderno.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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