Pagina (298/525)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E certo, vedremo poi, che non il solo episodio di Ciacco, ma tutta l'allegoria del Poema ne' primi Canti non può essere stata scritta prima dell'esilio, in Firenze. Adunque, ai Malaspina, e particolarmente a Moroello, dovette Dante e que' conforti, che non sono inutili nemmeno ai più spontanei scrittori, a riprendere tutto il Poema, e il rifugio in che scrisse, forse tutta, certo gran parte della prima Cantica dell'Inferno. E perchè, poi, ad uomo che scriva, niun benefizio maggiore si può fare che dargli tal pace confortatrice, Dante si mostrò grato di questo più che d'ogni altro benefizio; e non solo lodò i Malaspina senza que' veli e quelle restrizioni o quelle disdette che usò più o meno con tutti gli altri lodati; ma per non guastare tale onoranza lor fatta, ei si trattiene da ogni vituperio a qualunque persona ad essi, più o meno, appartenente. Ed anche noi partecipi al benefizio del Poema definitivamente ricominciato, dobbiamo con piacere partecipare alla gratitudine. Introduce Dante nel Purgatorio il secondo Corrado Malaspina tra una qualità di peccatori i meno odiosi; posciachè per ciò solo sono ivi, che distratti dalle signorie, differirono a pentirsi. Chiamato Corrado dal gentile giudice Nino di Gallura, amico di Dante, a questo guarda tacendo prima a lungo, e poi gli dice:
      Se la lucerna che ti mena in alto,
      Truovi nel tuo arbitrio tanta cera,
      Quant'è mestieri infin al sommo smalto,489*
      Cominciò ella, se novella veraDi Valdimagra o di parte vicina
      Sai, dilla, a me, che già grande là era.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





Ciacco Poema Canti Firenze Malaspina Moroello Dante Poema Cantica Inferno Dante Malaspina Poema Dante Purgatorio Corrado Malaspina Corrado Nino Gallura Dante Valdimagra