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      496 Ma non vedendosi ragione di tal viaggio in quest'anni e da così lungi, si potrebbe anzi credere che fosse fatto l'anno precedente, e dalla vicinissima Padova.
      Ad ogni modo, in Lunigiana o riportò compiuta o compiè la Cantica dell'Inferno in sul finire dell'anno 1308, o al principio del 1309, come fu arguito497 dal non vedere in essa niuna reminiscenza posteriore a quell'anno. E compiuto questo primo terzo di sua grand'opera, deliberò Dante partirsi non pur di Lunigiana, ma d'intorno a Firenze, oramai per lui non più sperata; d'Italia, da lui già tanto percorsa, che n'era o se ne credeva avvilito agli occhi degli Italiani. Erano le condizioni della parte ghibellina poco men che disperate per la mala riuscita dell'ultima congiura di messer Corso e d'Uguccione, della quale Dante, amico del secondo, parente del primo, fu probabilmente almeno conscio. La morte dell'uno, la ritirata dell'altro alla sua podesteria d'Arezzo, furono quelle probabilmente, che spegnendo del tutto le speranze del fuoruscito, lo spinsero a questo nuovo, e da sè stesso aggravato, esilio oltramontano.498 Aggiungasi, che nell'imprender il Purgatorio, da cui incomincia la parte teologica del Poema, sentì il poeta la necessità di nuovi studii di tale scienza, non mai o non bene fatti fin allora da lui; e che la prima scuola di Teologia in Europa era allora in Parigi: e ne resterà spiegata meglio che al solito degli altri fatti di Dante questa partenza di lui; confermata, del resto, come vedremo, dalla testimonianza del Boccaccio, dalle reminiscenze del Purgatorio, e da quanto segue della vita di Dante.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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