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      E non rispondendo egli parola, ma pur guardando la costruzione del luogo, di nuovo l'interrogai, che domandasse o cercasse? Egli allora, guardati attorno me e i fratelli, disse: pace.501 Quindi m'accesi via via più di conoscere, di qual condizione fosse tal uomo; e trattolo in disparte dagli altri, e fatto colloquio con esso, il conobbi. Chè, quantunque io non l'avessi prima di quel giorno veduto, la fama di lui già da gran tempo era a me pervenuta.502
      «Quando, poscia, ei m'ebbe veduto a lui tutto attento, e conosciutomi affezionato alle suo parole, egli con modo famigliare si trasse di seno e mostrommi liberamente un libretto; ed ecco, dissemi, una parte dell'opera mia, che mai forse503 tu non vedesti. Io vi lascio tal monumento, affinchè serbiate di me più ferma memoria. Ed avendomi porto un libretto, ed io con gratitudine accettatolo in grembo, l'aprii, ed in presenza di lui vi affissi gli occhi con affetto. Ed avendo veduto ch'eran volgari le parole, e mostrando in certo modo di maravigliarmi,504 egli mi domandò la cagione di tal sostare. A cui io risposi: maravigliarmi di tal qualità di sermone; sia perchè difficile, anzi inimaginabile mi pareva ch'egli avesse potuto esprimere in volgare un assunto così arduo; sia perchè non conveniente parevami vestir tanta scienza in abito popolare.
      – «Secondo ragione tu pensi certamente rispos'egli; e quando da principio (mosso forse dal Cielo)505 il seme infuso germinò a tal proposito, io prescelsi a ciò sua legittima favella. Nè solamente la prescelsi, ma in essa, al modo usato poetando incominciai:


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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