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      Ed ajutano a tal congettura, prima la forma alquanto dubitativa in cui è parlato di tal dedica da Frate Ilario; e poi le gesta di Federigo, piene più di speranze che d'effetti: le quali vedremo a luogo loro.
     
     
      CAPO SETTIMO.
      LA COMMEDIA IN GENERALE. – LE ALLEGORIE. – L'INTRODUZIONE.
      (1306-1308).
     
      Legato con amore in un volumeCiò che per l'universo si squaderna.
      Parad. XXXIII.
     
      Tempo ed opera perduta è comparar co' minori i sommi ingegni. Meglio compararli subito tra loro, cercando qual luogo appartenga a ciascuno nella storia universale dell'umanità. Quando nelle altre parti del presente lavoro noi ci sforzammo di ritrar Dante cittadino, giovane innamorato e compagnevole, rimator d'amore, studente di lettere e filosofia, uomo di parte od esule, ei ci bastò di compararlo con gli altri suoi compatriotti, e non uscimmo d'Italia. Ma ora, avendo a parlar di lui come autor del Poenta divino, già ci mancano in patria i paragoni, e ci è forza irne a cercare in tutti i paesi, in tutte le età. Nè così spaziando, troveremo forse più di due poeti, uno primo ed uno dopo di lui, Omero e Shakespeare, i quali sieno a lui comparabili in quella variata e compiuta dipintura dell'umanità, che è copia non da altrui ma dalla stessa natura; imitazione non d'alcun'opera umana ma della stessa idea divina, sola forse che possa dirsi somma e creatrice poesia. Ma se noi paragoneremo l'altezza e l'università de' ritratti lasciati da' tre sommi, quello di Dante, che comprende tutta l'umana destinazione durante e dopo questa vita terrena, ci parrà forse senza eguali, e così egli senza emuli.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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