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      »522 E così è da vedere del soggetto dell'opera, in quanto prendesi alla lettera, poi in quanto si vuole avere allegoricamente. Adunque, il soggetto di tutta l'opera presa solo litteralmente, è lo stato delle anime dopo morte preso semplicemente; imperciocchè sopra e intorno tale stato si rivolge tutta l'opera. Se poi si prenda l'opera allegoricamente, il soggetto è l'uomo, in quanto meritando e demeritando per via del libero arbitrio è assoggettato alla giustizia de' premii e delle pene.»523 Abbiano pazienza i leggitori, se, com'io, intendono poco o nulla di questa allegoria generale di tutto il Poema: chiaro è, questa è di quelle aggiunte dallo scrittore all'opera finita, e che si possono od anzi si debbono scartare da' leggitori.
      Ma, altre allegorie particolari sono nel Poema, senza le quali sarebber men belle od anzi inintelligibili alcune parti di esso. E prima, tenuto ben a mente che pur Beatrice debbe intendersi la fanciulla amata da Dante, certo è che sotto il nome di lei pur è un'allegoria. Ma in questa non è mestieri cercar altro, se non quella idealizzazione della donna amata, fatta non solo da Dante, ma poi dal Petrarca, e poi da tanti lor seguaci, e da tutti i poeti così detti Platonici, ed anzi da molti non poeti e non più che innamorati; i quali, in una donna virtuosa ed amata dissero di vedere e videro un mezzo di innalzarsi dal vizio alla virtù, dalla terra al cielo, dalla preoccupazione delle cose materiali e vili alla cognizione delle spirituali, delle divine e della stessa divinità. Questa cognizione, ammirazione, beatitudine o felicità in Dio, è quella che trovasi figurata sotto il nome di Beatrice.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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