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      Incredibile, inconcepibile veramente č la forza creatrice di Dante; che scoraggiato, come tutti, pių volte nel corso della lunga opera sua, si vede poi, come nessuno, giungere al fine non che fresco e vivissimo, ma pių forte che mai. Nč dicasi questa meditata arte di crescer forza sino al fine; fu natura, che quanto pių va, pių si tempra. La terza zona, o Tolommea, comprende poi traditori cosė perversi, che hanno il privilegio, come č chiamato dal Poeta, di precipitar costė ed esservi tormentate le loro anime, mentre restano i loro corpi sulla terra, dove, animati da un diavolo, paion vivi. E qui sono cosė un frate Alberico da Faenza, e ser Branca d'Oria Genovese, vivi ancora, ma con tal amarissimo artifizio introdotti gių in inferno dal peggio che mai satirizzante poeta.558 E finalmente, giunge egli alla Giudecca, quarta ed ultima zona del nono ed ultimo cerchio; in mezzo alla quale sono tre massimi traditori (e nota qui il giudicio e la comparazione ghibellina), Bruto, Cassio e Giuda, tutti e tre maciullati nelle tre bocche delle tre faccie del demonio massimo Dite, o Belzebų. Alato questo, l'ali sue sterminate fanno, sventolando, il gelo di Cocito, o palude di tutto il cerchio. Egli stesso, il gran demonio, fittovi addentro, ha la metā del corpo immane nel nostro emisfero, l'altra nell'opposto. E per li peli smisurati scende Virgilio con Dante avvinghiatogli al collo; e giunti al mezzo del corpo, e cosė al centro della terra, Virgilio si volge sotto su, e risale con Dante prima su per le gambe del mostro, e poi per un foro o caverna dell'alto emisfero, finchč giungono a rivedere le stelle; un giorno dopo la loro entrata per la porta eterna.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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