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      »597 Una seconda mandata da Tortona e narrata dal vescovo di Butrinto, che n'era, non fu nemmeno lasciata entrare in città. Bensì, fino dal 26 aprile richiamarono parte de' loro fuorusciti;598 ed a' 6 settembre par che facessero una seconda amnistia, ma di quelle che s'eludono colle eccezioni. Eccettuaronsi quattrocento ventinove persone o famiglie,599 e Dante fu compreso in questi. Certo, noi tra la nostra civiltà ammireremmo più compiutamente Firenze, se ammettendo i fuorusciti che il buon Imperadore voleva far rientrare in ogni dove, avesser respinti solamente que' vicarii a cui ammettere si voleva rinnegare la pace di Costanza e i diritti conceduti da tanti Imperadori, o conquistati con tanto sangue de' maggiori: ma ad ogni modo, ei fu per li Fiorentini e lor resistenza, che non si stabilì tranquillamente per tutte le città d'Italia quel governo contrario ai trattati ed alla libertà antica; Firenze fu quella volta la rocca d'Italia. Non ci lasciamo opprimere il giudicio dalla gloria di Dante: certo ei fu allora della parte men gloriosa. E se fu grande (e ci è caro anche così), quanto più nol sarebb'egli, se invece di certi inni all'aquila od altri simili che si trovano nella Commedia, avesse colla magia de' suoi versi fatta immortale questa quasi ignota e pur così forte e bella resistenza della patria sua!
      Gli ambasciadori d'Arrigo, che non avean potuto entrare in Firenze nè in Bologna, si raccolsero prima ne' castelli de' conti Guidi; e quindi, per altri di altri signori ghibellini meno scoperti, ivan citando i signori in persona, e le città per sindaci o commissarii, a comparire dinanzi al Re dei Romani.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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