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      704 E forse Cane stesso od altri glieli rimproverarono. Ad ogni modo, certo è che qui ei sentì il bisogno, qui almeno gli venne il pensiero di scusarsene. Ma furono scuse da superbissimo, che cadono in minacce. Imperciocchè, finita appena la predizione di Cacciaguida:
      Io cominciai, come colui che brama,
      Dubitando, consiglio da personaChe vede, e vuol dirittamente, ed ama:
      Ben veggio, padre mio, sì come spronaLo tempo verso me per colpo darmi
      Tal ch'è più grave a chi più s'abbandona;
      Per che di provedenza è buon ch'io m'armi,
      Sì che, se luogo m'è tolto più caro,
      Io non perdessi gli altri per miei carmi.
      Giù per lo mondo senza fine amaro,
      E per lo monte del cui bel cacumeGli occhi della mia donna mi levaro,
      E poscia per lo ciel di lume in lume,
      Ho io appreso quel che, s'io ridico,
      A molti fia savor di forte agrume;
      E s'io al vero son timido amico,
      Temo di perder vita tra coloroChe questo tempo chiameranno antico.
      La luce in che rideva il mio tesoro705
      Ch'io trovai lì, si fe prima corrusca,
      Quale a raggio di sole specchio d'oro.
      Indi rispose: coscienza fuscaO della propria o dell'altrui vergogna,
      Pur sentirà la tua parola brusca.
      Ma nondimen, rimossa ogni menzogna,
      Tutta la tua vision fa manifesta,
      E lascia pur grattar dov'è la rogna;706
      Che, se la voce tua sarà molestaNel primo gusto, vital nutrimento
      Lascerà poi quando sarà di digesta.
      Questo tuo grido farà come 'l ventoChe le più alle cime più percuote;
      E ciò non fia d'onor poco argomento.
      Però707 ti son mostrate in queste ruoteNel monte, e nella valle dolorosa


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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