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      Alla quale una di loro rispose semplicemente: In verità, tu dei dire il vero. Non vedi tu, com'egli ha la barba crespa e il color bruno, per lo caldo e per lo fumo che è laggiù? Le quali parole egli udendo dire dietro a sè, e conoscendo che da pura credenza delle donne venivano; piacendogli, e quasi contento che esse in cotali opinioni fussino, sorridendo alquanto, passò avanti. Ne' costumi pubblici e domestici mirabilmente fu composto e ordinato; e in tutti, più ch'alcun altro, cortese e civile. Nel cibo e nel poto fu modestissimo, sì in prenderlo alle ore ordinato, e sì in non trapassar il segno della necessità quello prendendo; nè alcuna golosità ebbe mai, più in uno che in un altro. Li dilicati cibi lodava, e il più si pasceva di grossi; oltremodo biasimando coloro, li quali gran parte del loro studio pongono e in avere le cose elette, e quelle fare con somma diligenza apparare... Niuno altro fu più vigilante di lui, e negli studii, e in qualunque altra sollecitudine il pugnesse; intantochè più volte e la sua famiglia e la sua donna se ne dolseno, primachè, a' suoi costumi adusate, ciò mettessino in non calere. Rade volte, se non domandato, parlava; e quelle, pesatamente, con voce conveniente alla materia di che parlava. Non pertanto, laddove si richiedeva, eloquentissimo fu e facondo, e con ottima e pronta prolazione.»711
      Tale era Dante; e così mostrato a dito dagli uni con vituperio, dagli altri con ammirazione non iscevra di terrore, ei lasciava Verona, per qualunque ragione; ma ad ogni modo, con tal rimembranza di quel soggiorno, che antepose di nuovo errare qua e là, ed ir poi a finire altrove.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





Dante Verona