Pagina (416/525)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lungi da un uomo predicante giustizia, contare, dopo aver patita ingiustizia, a coloro che gliel'han fatta, il proprio danaro! Non è questa la via di tornare alla patria, o padre mio. Un'altra se ne troverà o da voi, o col tempo da altri, la quale non deroghi alla fama, non all'onore di Dante. Quella accetterò io, con passi non lenti. Che se per niuna tal via in Firenze non s'entra, non mai entrerò io in Firenze. E che? non vedrò io onde che sia gli specchi del sole e degli astri? Non potrò io speculare dolcissime verità sotto il cielo dovunque, senza prima arrendermi, nudato di gloria, anzi con ignominia, al popolo fiorentino? Nè il pane mi mancherà...»714 E non abbiamo il restante. Ma la storia poi ci dà il risultato. Non pochi de' compagni d'esilio e condanna di Dante, Tosinghi, Mannelli e Rinucci, accettarono, e furono offerti il dì del Santo di quell'anno 1317.715 E fecero bene questi; non erano grandi, non avevano la dignità d'un Dante da serbare; non dritti, doveri o forza eguali. Ma rimase fuori, per questo impegno o pettegolezzo da cittaduzza, per questa ignobile prepotenza municipale, il maggior cittadino ed onor di Firenze; e fuori egli morì, fuori rimasero e rimangon l'ossa, fuori la discendenza, il sangue di lui anche oggidì. Vero è, e che a ciò sorrideranno forse taluni, e chiederanno: che danno sia? E il chiesero probabilmente que' tirannucci plebei a quel dì di San Giovanni, mentre vedevano passarsi innanzi, la candela in mano, i raumiliati concittadini, e mancar tra 'l gregge colui che chiamavasi là, e allora, il dispettoso, il presuntuoso, l'arrogante Alighieri.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





Dante Firenze Firenze Dante Tosinghi Mannelli Rinucci Santo Dante Firenze San Giovanni Alighieri