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      Ed acciocchè a qual parte fusse così animoso e pertinace appaia, mi pare che sia da procedere alquanto più oltre scrivendo. Io credo che giusta ira di Dio permettesse, già è gran tempo, quasi tutta Toscana e Lombardia, in due parti dividersi; delle quali, onde cotali nomi s'avessero non so, ma l'una si chiamò e chiama parte Guelfa, e l'altra fu parte Ghibellina chiamata. E di tanta efficacia a reverenza furono negli stolti animi di molti questi due nomi, che per difender quello che alcuno avesse eletto per suo contra il contrario, non gli era di perdere li suoi beni e ultimamente la vita, se bisogno fusse stato, malagevole. E sotto questi titoli, molte volte le città italiche sostennero di gravissime pressure e mutamenti; e intra l'altre, la città nostra, quasi capo dell'un nome e dell'altro, secondo il mutamento de' cittadini: in tanto che li maggiori di Dante, per Guelfi da' Ghibellini furono due volte cacciati di casa loro, ed egli similmente, sotto titolo di Guelfo, tenne i freni della Repubblica in Firenze. Della quale cacciato, come mostrato è, non da' Ghibellini, ma da' Guelfi; e veggendo sè non poter ritornare, in tanto mutò l'animo, che niuno più fiero Ghibellino ed a' Guelfi avversario fu, come lui. E quello di che io più mi vergogno, in servigio della sua memoria, è, che pubblichissima cosa è in Romagna, lui ogni fanciullo, ogni femminella, ragionando di parte e dannando la Ghibellina, l'arebbe a tanta insania mosso, che a gittare le pietre l'arebbe condotto, non avendo taciuto: e con questa animosità si visse sino alla morte sua.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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