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      Oltre alla liberalità di Guido Novello, potè pur Dante esser tratto dall'antica famigliarità stata già tra esso e i Polentani. Guido il padre di Francesca aveva avuti, oltre essa, tre figliuoli: Bernardino, il compagno d'armi di Dante a Campaldino; Ostasio e Bannino. Morti tutti prima del 1318, sopravviveva e signoreggiava in Ravenna Guido detto Novello, figliuolo di Bannino, e nipote così di Bernardino e di Francesca. Il rifugio, poi, offerto o conceduto liberalmente da Guido al poeta, mostra per sè, essere quello stato lungi dall'offendersi del modo in cui fu cantata la colpa della zia, già prima nota a tutti, ma compatita solamente dopo quel canto immortale.762
      Ma un'occasione anche più precisa ci è accennata della venuta di Dante a Ravenna. Il vedemmo ito alla corte di Verona od insieme con Uguccione della Faggiola, o poco dopo di lui; e, giudice esso, mentre questi era capitano, spogliarsi del suo inferiore ed incomodo ufficio, e partire di colà, lasciando Uguccione in quell'altro a lui più adattato. Nè, quantunque col ferro in mano che impone rispetto dovunque, era andato esente il feroce capitano dalle celie dei buffoni di quella corte. «Un giorno a mensa divisava per diletto della sua gioventù, e del suo largo mangiare. L'uno di essi, qual meraviglia, gridò: in un solo banchetto non divorasti, o Uguccione, Pisa e Lucca, egregie Città?»763 Ma tal motteggio, oltre che meritato, parve forse come quello della donnicciuola che dicea Dante annerito dal fuoco d'inferno, quasi lode di quanto aveva adempiuto Uguccione nella propria arte.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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