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      E quindi forse le invidiucce, le quali non ispuntano danulla così facilmente, come dal tornar in sè fra gli onori ottenuti, e trovarsi da meno di chi non gli ottenne. Da Petrarca in poi molti poeti laureati si contano: fra essi fu grande Metastasio da noi, non disprezzabile Southey in Inghilterra; degli altri sorrisero i contemporanei e i posteri; Walter Scott ne schivò il carico o il ridicolo.
      Ancora dalle parole di Cecco d'Ascoli, un mediocre poeta che fu poi detrattore di Dante, vedesi che questi con lui carteggiava da Ravenna, e gli proponeva una assurda quistione: qual fosse più nobile tra due figliuoli nati d'un parto. E di Cecco e Dante pur si narra, che sostenendo questi contro a quello potersi la natura vincer coll'arte, e avendo, per ciò mostrare, addestrato un gatto a reggere una candela, Cecco poi vinse la quistione facendo uscir topi improvvisamente.778 Se son veri tali racconti, mostrano aver saputo Dante conversare con ciascuno in proporzione a ciò che il valutava; ed aver valutato costui degnamente. Aggiungono alcuni, essere stato costui maestro di Dante in astronomia. Ma io non ne trovo autorità antica; e senza autorità non mi saprei persuadere a congetturar quell'ingegno arguto ma falso di Cecco d'Ascoli, educatore in nulla di quello così retto di Dante. Chè anzi, essendo essi stati quasi coetanei, crederei Cecco discepolo di Dante; ma se mai, discepolo indocile ed ingrato, come vedremo.
      Del resto, un'altra tradizione o novella è rimasta del soggiorno di Dante in Ravenna.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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