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      »800 Furono poi quelle proposizioni della Monarchia e della lettera di Dante ai Re d'Italia condannate dal Concilio di Trento.801
      Ma tornando alla Commedia, la grande opera che riflette luce sulle altre di Dante; certo è da tutte le memorie, che pubblicata appena, ella si diffuse con una universalità di ammirazione, di che non è esempio nè in quei secoli, nè in quelli di antica o moderna civiltà. Già vedemmo nella storia della donnicciuola di Verona, che le parti pubblicate in vita, avevano fin d'allora quella popolarità, che sola è vera gloria. Il Villani interrompe la sua storia per narrare la morte di Dante; egli che non fa menzione mai di niun altro scrittore. E i codici del secolo XIV (il più antico del 1336?), i quali si trovano così numerosi in tutte le biblioteche d'Italia, Francia, Germania ed Inghilterra, che non credo ne sieno tanti di quel secolo per tutti gli altri autori antichi e moderni insieme, mostrano anch'oggi materialmente tal diffusione.802 Il più antico Commento fu, forse, quello attribuito a Pietro il figliuolo di Dante; e seguirono poco dopo, intorno alla metà del secolo, e così ancora contemporanei di Dante, il Buti, Jacopo della Lana, Benvenuto da Imola e il Boccaccio.803 Fecersi nel medesimo tempo, forse da Jacopo l'altro figliuol di Dante, o da messer Busone Raffaelli da Gubbio l'ospite e amico di lui, o da altri, numerosi argomenti, sunti e quasi commenti, in versi volgari e latini804 e fin d'allora o poco dopo, fecersi traduzioni in latino e in francese.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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