Pagina (481/525)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Prima ch'all'alto passo tu mi fidi.
      Tu dici che di Silvio lo parente,
      Corruttibile ancora, ad immortaleSecolo andò, e fu sensibilmente:
      Però, se l'avversario d'ogni maleCortese fu, pensando l'alto effetto
      Ch'uscir dovea di lui, e 'l chi e 'l quale,
      Non pare indegno ad uomo d'intelletto;
      Ch'ei fu dell'alma Roma, e di suo 'mperoNell'empireo ciel per padre eletto!
      La quale e 'l quale, a voler dir lo vero,
      Fur stabiliti per lo loco santo,
      U' siede il successor del maggior Piero.
      Per questa andata onde gli dai tu vanto,
      Intese cose che furon cagioneDi sua vittoria, e del papale ammanto.859
      Andovvi poi lo vas d'elezione,860
      Per recarne conforto a quella Fede,
      Ch'è principio alla via di salvazione.
      Ma io perchè venirvi, o chi 'l concede?
      Io non Enea, io non Paolo sono;
      Me degno a ciò nè io nè altri crede.
      Perchè, se del venire io m'abbandono,861
      Temo che la venuta non sia folle:
      Se' savio, e 'ntendi me', ch'io non ragiono.
      E quale è quei che disvuol ciò che volle,
      E per novi pensier cangia proposta,
      Sì che del cominciar tutto si tolle;
      Tal mi fec'io in quella oscura costa:
      Perchè, pensando, consumai la 'mpresaChe fu nel cominciar cotanto tosta.
      Se io ho ben la tua parola intesa,
      Rispose del magnanimo quell'ombra,
      L'anima tua è da viltade offesa;
      La qual molte fiate l'uomo ingombra,
      Sì che d'onrata impresa lo rivolve,
      Come falso veder bestia, quand'ombra.862
      Da questa tema acciocchè tu li solve,863
      Dirotti perch'io venni, e quel che 'ntesiNel primo punto che di te mi dolve.
      Io era intra color che son sospesi,
      E donna mi chiamò beata e bella,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





Silvio Roma Piero Fede Enea Paolo