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      Sì che duro giudicio lassù frange.868
      Questa chiese Lucia in suo dimando,
      E disse: or abbisogna il tuo fedeleDi te, ed io a te lo raccomando.
      Lucia, nimica di ciascun crudele,869
      Si mosse, e venne al loco dov'io era870
      Che mi sedea con l'antica Rachele;
      Disse: Beatrice, loda di Dio vera,871
      Chè non soccorri quei che t'amò tanto,872
      Ch'uscio per te della volgare schiera?873
      Non odi tu la pièta del suo pianto,
      non vedi tu la morte che 'l combatteSu la fiumana onde 'l mar non ha vanto?874
      Al mondo non fur mai persone ratteA far lor pro ed a fuggir lor danno,
      Com'io, dopo cotai parole fatte,
      Venni quaggiù dal mio beato scanno,
      Fidandomi nel tuo parlare onesto,
      Ch'onora te, e quei ch'udito l'hanno.875
      Poscia che m'ebbe ragionalo questo,
      Gli occhi lucenti lacrimando, volse,
      Perchè mi fece del venir più presto:
      E venni a te così com'ella volse;
      Dinanzi a quella fiera ti levai,
      Che del bel monte il corto andar li tolse.
      Dunque che è? perchè, perchè ristai?
      Perchè tanta viltà nel cor allette?
      Perchè ardire e franchezza non hai,
      Poscia che tai tre donne benedetteCuran di te nella corte del cielo,
      E 'l mio parlar tanto ben t'impromette?
      Quale i fioretti dal notturno gelo876
      Chinati e chiusi, poichè 'l sol gl'imbiancaSi drizzan tutti aperti in loro stelo;
      Tal mi fec'io di mia virtute stanca;
      E tanto buono ardir al cor mi corse,
      Ch'io cominciai come persona franca:
      O pietosa colei che mi soccorse;
      E tu cortese, ch'ubbidisti tostoAlle vere parole che ti porse!
      Tu m'hai con desiderio il cor dispostoSì al venir con le parole tue,


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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