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      7, cap. 13), che i Guelfi usciti di Firenze «facendosi presso alla città, ordinarono dentro alla terra novità e mutazioni per trattati co' loro amici dentro, che s'intendeano con loro.... Onde il popolo di Firenze, ch'erano più Guelfi che Ghibellini d'animo, per lo danno ricevuto da Monte Aperti chi di padre e chi di figliuolo e chi di fratello, similmente cominciarono a rinvigorire e a mormorare e parlare per la città, dolendosi delle spese e incarichi disordinati che riceveano dal conte Guido Novello e dalli altri che reggeano la terra.» Quindi, alla venuta de' due frati Godenti, fra i trentasei buoni uomini, vi furono molti Guelfi, che erano rimasi in Firenze alla cacciata de' Guelfi ed erano popolani e grandi non sospetti, come dice lo stesso Villani, che nel seguente capitolo nomina pure i Guelfi popolani ch'erano rimasi in Firenze. – Ora, fra questi poteva essere benissimo il padre di Dante, quando non si ha pruova positiva che fosse fra li usciti. Il solo Sismondi l'asserì, ch'io sappia, ma senza addurne pruove. Quindi ci piace quello che il Pelli afferma, che trovandosi al nascere di Dante tranquilla in Firenze la sua famiglia, è a presumere che il padre di lui Alighiero di Bellincione Alighieri, non si fosse trovato compreso fra gli ascendenti del Poeta che furono discacciati come Guelfi nel settembre del 1260, o che fosse richiamato dai Ghibellini prima che Guido Novello abbandonasse Firenze.
      Pag. 35. – nè guari lontana al tempo del partorire, per sogno vide ec.
      Anche questo sogno è rammentato dal Manetti.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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