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      84.
      Pag. 37. – e seppellito... sotto un monte di pietre gettategli sopra da ogni soldato.
      Narra Giovanni Villani (lib. 7, cap. 9), che re Carlo fu da alquanti suoi baroni pregato che facesse al corpo di Manfredi far onore di sepoltura, e che egli rispondesse che l'avrebbe fatto volentieri se non fosse stato scomunicato. Lo fece quindi seppellire a piè del ponte di Benevento, e sopra la sua fossa (non sul suo cadavere) per ciascuno dell'oste fu gittata una pietra, onde vi si fece uno grande monte di sassi. Il fatto, poi, del diseppellimento fatto fare dal vescovo di Cosenza per mandato del Papa, e il nuovo seppellimento lungo il fiume Verde, è narrato dallo stesso Villani come voce che correva a quei tempi, conchiudendo con queste parole: «Questo però non affermiamo; ma di ciò ne rende testimonianza Dante nel Purgatorio, Canto terzo,» Carlo, poi, nella lettera che scrisse al Pontefice Clemente IV, riferita dall'Anonimo Siculo dal Tutini e dal cavalier di Cesare, diceva: «Ideoque, naturali pietate inductus, corpus ipsum, cum quadam honorificentia, sepolturae, non tamen ecclesiasticae, tradi fecit.»
      Pag. 38. – Ugo del Balzo.
      Giovanni Villani, che racconta questo fatto nel lib. 7, cap. 10, delle sue Istorie, lo chiama Beltramo del Balzo.
      Pag. 39. – Manfredi, il bastardo suo zio.
      Vedi la nostra nota alla facciata 422, pag. 8, v. 14.
      Pag. 44. – un capitolo della cronaca di Giovan Villani.
      È il cap. 133 del lib. X delle Istorie. Il Muratori ne trasse una variante dal ms. Recanati.
      Pag. 47. – era allora in Firenze un lieto costume.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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