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      Le seggiole di forma antica avevan tappezzerie con le favole di La Fontaine; ma bisognava conoscerle assai bene per distinguerne i soggetti, tanto era difficile scorgere qualcosa in quei colori scialbi e in quelle figure piú volte rattoppate. Agli angoli erano quattro cantoniere, specie di credenze con sudici scaffaletti. Una vecchia tavola da giuoco intarsiata, che serviva da scacchiera, si trovava nel vano tra le due finestre, con sopra un barometro ovale, listato di nero e a strisce di legno dorato, su cui le mosche avevano silenziosamente reso un problema l'esistenza della doratura. Nella parete di fronte al caminetto due ritratti a pastello si diceva che rappresentassero l'avo della signora Grandet, il vecchio signore de La Bertellière, in divisa di luogotenente delle guardie francesi, e la defunta signora Gentillet in costume di pastorella; alle finestre pendevano tende in gros di Tours rosso con cordoni di seta a ghiande di chiesa. Questa ricca decorazione, che stonava con le abitudini di Grandet, era compresa nell'acquisto della casa con lo specchio, la mensola, le tappezzerie e le cantoniere in legno di rosa. Presso la finestra attigua alla porta era una sedia di paglia su di una predella, perché la signora potesse vedere chi passava. Ma un tavolinetto da lavoro in amarasco naturale occupava il vano, e accanto v'era la poltroncina di Eugenia. Da quindici anni madre e figlia consumavano lí la loro vita in un lavoro continuo dall'aprile al novembre; nel primo giorno di questo mese potevano portare il loro quartiere d'inverno presso il caminetto.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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