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      - Ma tuo padre? ...
      - E sarebbe poi conveniente che a suo nipote mancasse un bicchiere d'acqua zuccherata?... D'altra parte, non se n'accorgerà.
      - Tuo padre vede ogni cosa - disse la signora Grandet scuotendo la testa.
      La domestica tuttavia era ancora incerta perché conosceva a fondo il padrone.
      - Ma va dunque, Nannina, giacché è il giorno della mia festa! -
      La donna scoppiò a ridere fragorosamente, sentendo il primo motto di spirito che la sua padroncina si fosse lasciato sfuggire, e obbedí. Intanto, mentre Eugenia e la madre cercavano con ogni mezzo d'abbellire la stanza destinata da Grandet al nipote, Carlo era fatto segno alle attenzioni della signora des Grassins, che gli prodigava mille moine.
      - È un bel coraggio il vostro, signore - gli diceva - un bel coraggio davvero lasciare in pieno inverno i piaceri della capitale per venire a Saumur; ma, se noi non vi facciamo troppa paura, vedrete che anche qui ci sarà da divertirsi. -
      E terminò con una vera occhiata da provinciale; uno di quegli sguardi in cui la donna mette tanta riserva e tanta pudicizia, che lascia intravvedere un ghiotto desiderio, come avviene agli ecclesiastici per i quali ogni piacere sembra un furto od una colpa.
      Carlo si sentiva cosí fuori posto in quella sala e cosí lontano dall'ampio castello e dalla fastosa vita di cui credeva si circondasse suo zio, che, osservando la signora des Grassins, vi scorse quasi una immagine mezzo sbiadita delle figure parigine. Rispose con grazia all'invito rivoltogli e s'impegnò tra loro un colloquio in cui la donna abbassava a poco a poco la voce per adattarla a ciò che voleva dire.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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