Pagina (62/215)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      -
      Pensando alle conseguenze di quel testamento di dolore, Grandet era forse piú agitato del fratello stesso quando stava per stenderlo.
      - E avrò io quella stoffa d'oro? - mormorava Nannina cedendo al sonno e figurandosi già vestita di quella magnifica tovaglia da altare, sognando fiori, tappeti e damaschi per la prima volta in vita sua, come per la prima volta Eugenia sognava d'amore.
     
      ***
      Nella vita pura e monotona delle ragazze v'è un'ora deliziosa in cui il sole effonde nell'anima loro i suoi raggi, in cui il fiore esprime pensieri, in cui i palpiti del cuore comunicano al cervello una calda fecondità e fondono le idee in un vago desiderio; v'è un giorno d'innocente melanconia e di gioie soavi. Quando i bimbi cominciano a vedere, sorridono, e, quando una fanciulla intravede il sentimento nella natura, essa ritrova il suo sorriso di bambina. Se la luce è il primo amore della vita, l'amore non è forse la luce del cuore? E per Eugenia giungeva oramai il momento di scorger chiaro nelle cose di questa terra.
      Mattiniera come tutte le ragazze di provincia, ella si levò di buon'ora, recitò la sua preghiera e prese a vestirsi, cosa che cominciava ad avere importanza per lei. Si pettinò i capelli castagni, ne avvolse le grosse trecce al disopra della nuca con minutissima cura, cercando che nessun capello sfuggisse dalla massa, e diede risalto in tal modo al timido candore del viso con una giusta armonia fra la semplicità degli accessorii e la purezza delle linee. Mentre si lavava piú volte le mani nell'acqua fresca che le induriva la pelle arrossendola, si guardò le belle braccia rotonde, volle cercar la causa per cui il cugino aveva le mani cosí morbide e bianche, le unghie tanto bene affilate.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





Grandet Nannina Eugenia Eugenia