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      .. E cosí - chiese forte - dov'è mio nipote?
      - Dice che non vuol mangiare, - rispose Nannina. - Non è una bella cosa questa!
      - Tanto di risparmiato - replicò il padrone.
      - Perbacco! - osservò l'altra.
      - La fame caccia anche i lupi dal bosco. -
      Il pranzo trascorse in un silenzio strano.
      - Mio buon amico - disse la signora Grandet quando la tavola fu apparecchiata - bisognerà prendere il lutto.
      - A dir vero, signora, mi sembra che non abbiate altro da inventare per buttar via del denaro... Il lutto s'ha nel cuore e non negli abiti.
      - Ma il lutto d'un fratello, è indispensabile, e la Chiesa ci ordina di...
      - Compratevi gli abiti da lutto con i vostri sei luigi... in quanto a me, basterà un po' di crespo. -
      Eugenia levò gli occhi in alto senza parlare, poiché per la prima volta in vita sua sentiva ferire ad ogni momento i propositi generosi in lei assopiti e ridestatisi d'un tratto. Quella sera parve somigliasse alle altre, tristi e monotone, ma fu certo la piú orribile. La fanciulla lavorò a testa china, e non si serví dell'astuccio che Carlo aveva disprezzato il giorno prima: la madre continuò la sua maglia e il vecchio s'immerse per quattr'ore nei calcoli che avrebbero meravigliato certo tutta Saumur l'indomani. Non vi fu alcuna visita. La città intanto parlava del nuovo affare di Grandet, del fallimento di suo fratello e dell'arrivo del nipote, mentre, in omaggio al bisogno di ciarlare su gl'interessi comuni, i proprietari di vigne erano convenuti in casa des Grassins a fulminare di imprecazioni terribili l'ex-sindaco.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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