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      Mi dicono che ci sia ribasso per fine mese. Voi ve n'intendete, n'è vero?
      - Perbacco! Dovrò comprarvi qualche migliaio di lire di rendita?
      - Una sciocchezza, per cominciare: Motus! Voglio tentare questo giuoco senza conoscerlo. Combinatemi perciò un contratto per la fine del mese, e non dite nulla ai Cruchot, affinché non se l'abbiano a male. Giacché poi andate a Parigi, vedremo anche per il mio povero nipote se vi son buone carte da giuocare.
      - Resta inteso, e domani parto con la posta - disse forte des Grassins; - verrò a prendere le ultime istruzioni e... a che ora?
      - Alle cinque, prima di pranzo - rispose il vignarolo fregandosi le mani.
      Gli avversari si trovarono ancora a fronte per alcuni minuti, indi il banchiere batté sulla spalla del vecchio dicendo:
      - È una gran bella cosa aver parenti come questi...
      - Sí, sí, senza che lo sembri - confermò l'ex-bottaio - sono un buon pa... pa... parente. Volevo bene a mio fratello, e si vedrà alla prova se... se... se non... mi costa...
      - Noi vi lasciamo, Grandet - disse il banchiere interrompendolo fortunatamente a tempo - poiché se ho da partire un po' prima di quel che pensavo, bisognerà che metta in ordine qualche affare.
      - Bene, bene... Anch'io, per quanto sapete, vo... vo... voglio riti... rarmi nella mia ca... ca... camera di consiglio, come direbbe il presidente Cruchot.
      - Maledizione! ecco che non sono piú il signor de Bonfons! - pensò, con tristezza, il magistrato, cui apparve in viso quel senso di noia che dà al giudice un'arringa troppo diluita.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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