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      Quando papà Grandet ebbe chiusa la porta, chiamò Nannina.
      - Non sciogliere il cane e non metterti a letto; dobbiamo lavorare insieme. Alle undici sarà giú Cornoiller con la carrozza di Froidfond. Sta attenta, quando viene, ad aprirgli senza farlo picchiare, poi conducilo dentro pian piano. Le leggi di pubblica sicurezza vietano lo strepito di notte, ed in ogni caso non c'è bisogno di far sapere che parto.
      Ciò detto, salí nel suo laboratorio, e la domestica lo udí un pezzo girar là dentro, frugare e muovere oggetti con la massima precauzione. Era chiaro ch'egli non voleva destar la moglie e la figliuola, e che temeva specialmente di dar sospetti al nipote, cui aveva già scagliato una maledizione scorgendo della luce nella sua camera. A notte fonda, Eugenia, sempre in orgasmo per il cugino, credette di udir la voce di un morente e le parve che fosse quella di Carlo. L'aveva lasciato cosí pallido e oppresso! ... Se si fosse ucciso? D'un balzo fu in piedi, si avvolse in una specie di accappatoio e mosse per uscire. Una viva striscia di luce che filtrava per le fessure dell'uscio le diede sulle prime l'idea d'un incendio, ma la rassicurarono subito il passo grave della domestica e la voce di lei unita al nitrito di parecchi cavalli.
      - Che il babbo porti via il cugino? - pensò ella aprendo per metà la porta della stanza, con la massima cautela per evitare che stridesse, ma in modo da scorgere quanto avveniva nel corridoio.
      D'un tratto vide il padre, il cui sguardo, benché vago ed incurante, le fece correre per le vene un brivido di terrore.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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