Pagina (136/215)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Ha prati, vigneti...
      - Miserie! - concluse il giovane con aria sprezzante. - Se il babbo vostro disponesse appena di ventiquattromila franchi di rendita, avreste questa camera fredda e nuda? -
      E alzò il piede sinistro, indicando il vecchio forziere, come per nascondere quel che pensava.
      - Là saranno conservati i miei tesori, non è vero?
      - Andate a letto - disse la ragazza, impedendogli di entrare nella stanza in disordine.
      Carlo uscí nel corridoio e un sorriso scambievole fu il loro saluto. Ambedue s'addormentarono in braccio al medesimo sogno, e il figlio sventurato sentí da allora qualche sollievo al suo dolore.
     
      ***
     
      La mattina seguente, quando la signora Grandet scese, prima di colazione, vide sua figlia passeggiare col cugino. Egli era ancor triste per la disgrazia terribile che gli gettava addosso improvvisamente il peso dell'avvenire.
      - Il babbo sarà qui soltanto all'ora del pranzo, - osservò la fanciulla per dissipare il senso di inquietudine comparso in viso alla madre.
      Dai modi e dall'aspetto di Eugenia, come dalla soavità speciale della sua voce, era facile intuire quale segreta corrispondenza di pensiero e di sentimenti accendesse le loro anime inconscie e fiduciose. Il giovane rimase in sala e nessuno turbò il suo mesto silenzio; tanto piú che le tre donne ebbero un gran da fare per rispondere alla gente che veniva in cerca di Grandet; il conciatetti, lo stagnino, il muratore; i terrazzieri, il falegname, gli ortolani e i fittavoli; i primi a concludere contratti di riparazione, gli altri a pagare conti o a ricevere denaro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





Grandet Eugenia Grandet