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      Mi avete ferito in quel che avevo di piú caro; eppure voglio soltanto vedervi sottomessa. Ritiratevi nella vostra camera. Voi non uscirete finché io non ve lo permetta. Nannina vi porterà pane e acqua. Avete inteso? Andate. -
      La fanciulla scoppiò in lagrime e corse da sua madre. Il vecchio intanto fece parecchi giri per il giardino, in mezzo alla neve, senza accorgersi del freddo; poi con il desiderio di cogliere in fallo la figliuola, s'arrampicò come un gatto su per la casa, ed apparve d'improvviso nella camera della moglie, mentr'ella carezzava i capelli di Eugenia che le aveva nascosto il volto nel seno.
      - Consolati, bambina mia, tuo padre si calmerà...
      - Non ha piú padre - disse il bottaio. - Siamo stati proprio noi due, signora Grandet, a far quella figliuola disobbediente? Bella educazione, e molto religiosa poi! Come va che vi trovo qui ancora? Via, in prigione, in prigione, signorina!
      - Mi togliete la figlia, signore? - chiese la povera donna col viso rosso dalla febbre.
      - Se la volete con voi, uscite di casa tutt'e due! Per mille fulmini, dov'è l'oro? Che n'è stato dell'oro?
      Senza parlare, con severo atto d'orgoglio, Eugenia si tolse di là ed entrò in camera sua; il bottaio chiuse l'uscio.
      - Nannina, spegni il fuoco in sala - gridò poi, e andò a sedere su una poltrona accanto al caminetto, soggiungendo: - Certo, l'ha dato a quel seduttore miserabile di Carlo, che aveva solo di mira il nostro denaro. -
      Il pericolo diede alla signora Grandet la forza di essere fredda, muta e sorda.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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