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      - Prendete, signorina. Cornoiller mi ha regalato una lepre... Mangiate cosí poco voi, che questo pasticcio vi durerà quasi una settimana ed il freddo impedirà che si guasti. Non avrete almeno del pane secco soltanto... che non è certo igienico!
      - Povera Nannina! ... - esclamò la fanciulla stringendole la mano.
      - L'ho fatto in gran segretezza ed egli non s'è accorto di nulla. Ho comprato con i miei quattrinucci il lardo, il lauro e quanto occorreva... Sono poi padrona di spenderli, i miei denari! -
      E scappò via sembrandole di sentire Grandet.
     
      ***
     
      Per qualche mese egli venne costantemente due volte al giorno dalla moglie, senza mai pronunziare il nome della figliuola, né vederla o fare ad essa allusione. Lo stato dell'inferma peggiorava, ma nulla commosse mai il vignarolo, impassibile, freddo, duro come un blocco di granito. Continuò ad andare e venire secondo le proprie abitudini; non ricorse piú alla balbuzie, parlò anche meno, e fu piú crudele che mai negli affari.
      - Qualcosa dev'essere accaduto dai Grandet, - dicevano crusciottiani e grassinisti.
      - Che diamine ci sarà stato in casa Grandet? - si chiedeva per tutta Saumur.
      Eugenia andava in chiesa con la domestica, e se la signora des Grassins le rivolgeva qualche domanda, se la sbrigava con qualche risposta evasiva, sulle generali; tuttavia, in capo a due mesi, fu impossibile nascondere agli intimi il segreto della sua reclusione, perché alla fine vennero meno i pretesti per giustificare la continua assenza di lei. Allora in un batter d'occhio per la città intera, chi sa in qual modo, si sparse la notizia che dal primo dell'anno la signorina Grandet era tenuta dal padre chiusa in camera, a pane e acqua e senza fuoco, che la domestica le portava di notte qualche cibo, e che solo durante l'assenza del vecchio poteva vedere ed assistere la madre.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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