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      È una grazia speciale del Signore questa di farmi guardar lieta in faccia alla fine delle miserie. -
      Dolci e pie parole usciron sempre dalla sua bocca, e, quando il marito all'ora della colazione veniva a passeggiare entro la stanza, ella non si stancò mai i primi mesi di ripetergli i medesimi discorsi, con rassegnata soavità d'angelo, ma con la fermezza di chi trae dall'avvicinarsi della morte il coraggio mancato nella vita.
      - Grazie, signore, dell'interesse che dimostrate per la mia salute, ma, se volete alleviarmi i dolori e rendere meno amari i miei ultimi istanti, perdonate a nostra figlia; mostratevi cristiano, sposo e padre. -
      Non appena ella cominciava cosí, Grandet sedeva accanto al letto e restava impassibile, come chi vedendo approssimarsi un acquazzone, si mette tranquillamente al riparo nell'atrio d'una casa; alle preghiere piú tenere e commoventi rispondeva freddo:
      - Tu sei palliduccia, oggi, moglie mia. -
      Nella fronte immobile e nelle labbra strette pareva dimostrare l'oblío completo della figlia, e nemmeno avevano potenza di muoverlo le lacrime che scorrevano per le livide guance della moglie alle sue risposte sempre vaghe ed eguali.
      - Dio vi perdoni, come vi perdono io, - concludeva la poverina, - però un giorno avrete gran bisogno d'indulgenza. -
      Dopo quella malattia egli non aveva piú osato ricorrere al suo terribile ta, ta, ta, ta; ma non per questo l'ingenito dispotismo aveva ceduto di fronte alla soavità di quella donna angelica, la cui bruttezza veniva sempre piú sfumando nel riflesso delle doti morali che sembravano fiorirle il viso.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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