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      - Parigi! ... È lui! ... è tornato! -
      Poi si fece pallida e tenne per qualche minuto la lettera senza aver la forza di aprirla, mentre la grossa Nannina le stava ritta dinnanzi, con le mani sui fianchi ed un'aria di giubilo spirante da tutte le rughe del viso bruno.
      - Ma leggete, signorina!
      - Ah, Nannina come è che torna a Parigi, mentre è partito da Saumur?
      - Leggete, in nome di Dio, se v'importa di sapere! -
      Ella aprí il foglio con mano tremante e ne cadde una tratta sulla casa Madame des Grassins et Corret, che la domestica raccolse.
      Mia cara cugina...
     
      - Non mi chiama piú Eugenia, - pensò la poverina con una stretta al cuore.
      Sono sicuro che vi sarà grato...
      - Eppure mi dava del tu! - disse incrociando le braccia, timorosa di leggere oltre, con gli occhi pieni di lacrime.
      - È morto? - chiese Nannina.
      - Non avrebbe potuto scrivere. - E lesse tutta la lettera.
      Mia cara cugina, sono sicuro che vi sarà grato di conoscere il buon esito delle mie imprese, e tengo a dichiararvi che mi avete portato fortuna. Ho seguito i consigli dello zio, la cui morte e quella della zia ho appreso da des Grassins, ed eccomi ricco di nuovo. La morte dei genitori è cosa naturale ed è naturale che noi succediamo loro, perché so per prova come nulla al tempo resista. Sí, mia cara cugina, sventuratamente per me è passato il tempo delle illusioni. Che volete? Viaggiando per vari paesi ho molto riflettuto sulla vita, e da fanciullo che ero nel partire son diventato uomo al ritorno; oggi penso a tante cose cui prima non pensavo.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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