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      E fu appunto per non dare più inverecondo pascolo agli altrui sguardi che Macario, dopo una ponderata riflessione, deliberò di far penetrare il liquido latteo a traverso la porta di uscita di modo ch'esso, poi, seguendo la via inversa, trovasse meno sconcio sfogo a traverso la porta di entrata. Scelto, dunque, il momento propizio, egli procedette con fermo animo a un'operazione che, solitamente, richiede altre età ed altri ordigni: ma, il crudele ospite avendo recata troppo grave offesa al tenero alloggio, orribili strida riempiron subito di rumore la casa e di sgomento la madre. E Macario dovè soggiacere al supremo oltraggio dell'esame di un esculapio, chiamato ed accorso in gran fretta. Ma il savio medico, osservata con diligenza la parte lesa, la trovò, se bene non più intatta, illibata: così potente è la sanatrice efficacia della virtù anche nelle corporali faccende. E poiché il duro ricordo del biberone appariva stimolo sufficiente a vincer qualunque ritegno del pudore, Macario, vedutasi a portata di mano la zia Sofonisba, in un batter di ciglia la sbottonò ove le carni mostravan maggiore opulenza per impadronirsi con le dita e con le labbra, nonostante le proteste dell'indignata matrona, di una rotondità sulla quale i pigri ozi dei molti anni di vita casalinga avean deposto, in generosi strati, il burro della pinguedine.
      E il pargolo sembrò, allora, un naufrago avvinghiato ad un otre.
     
     
      II
     
      Giunto all'età, nella quale il sangue, fermentando e scorrendo con rinnovato impeto per le vene, sveglia la sonnacchiosa fantasia e i sensi sconvolge con ogni sorta di pruriti, Macario cominciò ad aver seco stesso lunghi colloqui ed aspri diverbi.


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Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





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