Pagina (6/59)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E poiché la tua malattia, causata dalla privazione del vero farmaco e dall'abuso dei palliativi, è gravissima, occorre che tu apparecchi subito le valigie per andare lontano di qui alla ricerca della guarigione. Conosco i tuoi timori e gli scrupoli: e, per ciò appunto, ti mando fuori dalla tua terra, ove il rimedio costituirebbe scandalo e, quindi, peccato". "Ma qual è il farmaco?", chiesi. "È l'amore!", sentenziò il savio medico. "Ma l'amore non si risolve sempre in peccato?", obiettai timido. "No, figliuolo, se non è esposto a nudo e non dà scandalo".
      La specchiera traballava tutta, così intenso era il suo sforzo onde contenere le risa. Ma, ad un tratto, ridivenne seria e immobile.
      - Scusi, vuol essere svegliato per tempo, domattina?
      La voce, che passava a traverso l'uscio, aveva un suono fresco e squillante: voce di donna, e di donna giovane.
      - Entri! Così, potremo intenderci meglio.
      La porta si aprì. E rimase aperta solo il tempo necessario per dare passaggio a un corpo non troppo voluminoso, anzi piuttosto mingherlino, ma, in compenso, eccessivamente irrequieto.
      - Per favore, non chiuda. Devo scappar via subito. Ho mille incombenze da sbrigare. Sa! L'albergo è grande, ed io son così piccola!
      - Abbia pazienza. Chiudo per evitar la corrente. E ho bisogno di spiegarle tante faccende. Per esempio, il caffè, al mattino, mi piace con un poco di latte: oh, poco poco, perché non mi rammenti un biberone della mia infanzia! Ma con molti biscotti: moltissimi, anzi.
      - È goloso, il monello!
      - Così. E mi fanno gola anche le ciliege, se somigliano alle sue labbra!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59