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      Pedagoga con i fiocchi e i pizzi e le seterie: e non chieditrice di compensi!
      La gentildonna, inoltre, mostrava grande desiderio di propinare l'ammaestramento. Ma molti ostacoli si frapponevano: un natural ritegno, la necessità di trovare luogo propizio e altri consimili ammennicoli! Solo il marito non dava inciampi di sorta; sorrideva, anzi, da lungi alla consorte, né faceva cenno di volerle, puta caso, domandare: "Chi è, o cara, codesto giovane, con cui accalorata discorri?".
      - Macario, ella è uomo pernicioso, poiché vorrebbe indurmi a compiere un'azione malvagia.
      Chiare parole, queste, che aprivan la porta ai sogni più dolci. Ma altre, e ben diverse, seguivano:
      - Il posto è in una strada troppo battuta. Le pare... In quel palazzo alloggia una mia buona amica. Le pare? ... È un albergo di cattiva fama. Le pare?...
      Né il luogo propizio sarebbe stato trovato, se la gentildonna medesima non avesse avuto una generosa ispirazione.
      - O Macario, domani, nel pomeriggio, venga in casa mia. Parleremo con maggior agio. Non potrò presentarle il mio consorte che, in quelle ore, è tra faccende: e me ne duole! Né altro potrò offrirle, se non un tè preparato dalle mie mani, poiché la fanticella, domani, avrà licenza per l'intiera giornata.
      - Il tè mi preme poco: e, anche, il suo consorte.
      - Pernicioso pessimo uomo! Dunque, l'attenderò... Ah, smemorata! Dimenticavo che, proprio nel pomeriggio di domani, sarò costretta ad uscire.
      - Per qual motivo, se è lecito?
      - Ahimè, per ritirare un monile, foggiato così e così da un orafo esperto.


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Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





Macario