Pagina (9/59)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Potrò ritirarlo io stesso, purché ella si fidi!
      - Mi fido. Ma ignoro il prezzo: e l'orafo vorrà esser pagato.
      - Pagherò io, per suo conto.
      - Purché ella si fidi!
      - Mi fido. A domani, dunque.
      - A domani.
      Un monile così e così: ma chi impediva alla gentildonna di andare un altro giorno a ritirarlo? C'era un poco di buio, lì sotto!
      Molto buio.
      - Grazie, o Macario. Ella è stato veramente cortese. Dia pur qua: e si accomodi. Il tè lo preferisce col latte?
      - No, niente latte (o biberone della mia infanzia!); ma non s'occupi, adesso, del tè.
      - E perché s'occupa ella, dunque, della mia mano?
      Un giovane, che cominci a correre, non rallenta il passo per esortazioni. E certo, nonostante il tè e i tristi ricordi d'infanzia, l'ammaestramento sarebbe stato impartito se, al primo inizio, una gagliarda spinta non avesse fatta spalancare la porta del salottino.
      - Ah, traditori! E tu, vile adultera...
      Ma la vile adultera era scomparsa come per incanto; e Macario scendeva già a precipizio le scale e profonde grazie volgeva alla sorte amica, che gli avea consentito di salvarsi lasciando solo un monile così e così a testimone del chiesto, se bene non ricevuto ammaestramento.
     
      V
     
      Se le accasate gentildonne possono riserbare qualche poco gradita sorpresa, una vedova, non vincolata ad alcuno, deve aprir l'adito non a timori, bensì a grandi speranze: specie se ella sia sovrana dispotica in una ben assettata bottega ed abbia come unico - e molto devoto - suddito un faccendiere carco d'anni e d'esperienza e di ventraglia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il beato Macario
Romanzo mattacchione
di Pierangelo Baratono
pagine 59

   





Macario Macario